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Marzo 24, 2023, venerdì

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Sassaiola contro autobus Atac: il fatto e le reazioni

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Un nuovo, grave, fatto di aggressione ad un mezzo del trasporto pubblico sulle strade di Roma che poteva mettere a rischio la salute dell’autista e dei passeggeri che in quel momento potevano albergare all’interno del bus in servizio. La sassaiola contro l’autobus Atac, linea 555 che collega la stazione ferroviaria di Ponte di Nona con quella della Metro C Pantano, causato da un gruppo di balordi e facinorosi a Rocca Cencia ha nuovamente portato all’attenzione delle cronache romane i sempre più frequenti “assalti alle diligenze”.

Sassaiola contro autobus Atac: una nuova aggressione incivile e pericolosa

Ecco cosa ha detto Daniele Giannini, consigliere regionale del Lazio della Lega, sull’ennesimo episodio di aggressione a un mezzo pubblico che ha messo a repentaglio, nuovamente, la vita dell’autista di turno:

Non è più possibile tollerare le sassaiole contro gli autobus in transito lungo le strade periferiche di Roma, veri e propri atti criminali che mettono a rischio l’incolumità di autisti e passeggeri ogni giorno e tolgono quel poco senso di fiducia rimasto nei pendolari a utilizzare i mezzi pubblici. È stato il turno del 555, linea gestita da TPL che collega la stazione ferroviaria di Ponte di Nona con quella della Metro C Pantano, quando all’altezza del quartiere di Rocca Cencia, sono cominciati a piovere sassi lanciati da gruppi di balordi che si nascondevano nel buio“.

Occorre mettere tutti questi bus in condizione di viaggiare sicuri, con dei vetri antisfondamento e cabine blindate per gli autisti, altrimenti va ripensato in pieno il tragitto di alcune linee che, oltre certi orari, non possono più permettersi, per la sicurezza dei lavoratori dell’azienda e degli utenti, di attraversare certi quartieri, abbandonati dalle istituzioni e dalle forze dell’ordine. Dopo anni di sinistre sfortunatamente ad oggi questa è la situazione di molte periferie della Capitale, ‘terre di nessuno’ dove troppo spesso vige una sola legge, non certo quella dello Stato – conclude Giannini –  ma, purtroppo, quella del più forte“.

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