Scambio elettorale politico mafioso: 200 voti per il monopolio della gestione dei rifiuti e la mafia fa da tramite. Ecco quanto accaduto a Latina nel Lazio. L’indagine Touchdown ha visto l’arresto dell’imprenditore operante nel settore dei rifiuti e l’eurodeputato della Lega
Arrestati l’imprenditore e il suo collaboratore che avrebbero garantito i voti all’attuale eurodeputato di Latina Matteo Adinolfi
La Direzione distrettuale antimafia di Roma, tramite Polizia e Carabinieri ha eseguito gli arresti nei confronti di R.D.P. e E.F., rispettivamente un imprenditore nel campo dei rifiuti nella città di Latina e un suo collaboratore.
L’arresto nasce in seguito ad uno scambio elettorale politico di tipo mafioso. Al capolista, attuale eurodeputato della Lega Matteo Adinolfi, come riporta Corriere della Sera, sembrerebbero essere confluiti i voti.
Secondo quanto riporto su il Corriere della sera, nei suoi confronti l’accusa sarebbe di scambio elettorale politico-mafioso, il cui provvedimento nasce dalle indagini eseguite dai Carabinieri di Aprilia e dagli agenti delle squadre mobili di Latina e Roma.
L’indagine denominata “Touchdown” ha fatto emergere alcuni illeciti commessi dai tre durante le elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale di Latina, tenutesi il 5 giugno 2016. In tale ambito, tramite contatti con un clan del territorio al quale sono stati pagati 45mila euro, l’imprenditore garantiva al candidato 200 voti.
Il pagamento sembrerebbe avvenuto in tre tranche all’interno dell’azienda dell’imprenditore, operante nel settore dei rifiuti. L’elezione del politico, in cambio, sarebbe stata funzionale all’imprenditore per ottenere il monopolio nella gestione dei rifiuti e delle bonifiche del territorio pontino.
Serafina Di Lascio
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