Lunedì 12 dicembre sono stati apposti i sigilli al centro sportivo Villa Flaminia. A farlo, la Congregazione dei Fratelli Scuole Cristiane, proprietaria dell’impianto, assieme all’ufficiale giudiziario.
A causare la chiusura sarebbero state le troppe bollette non pagate e le numerose insolvenze. Si è chiusa, dopo oltre trent’anni, una vera e propria era, sia per gli oltre cento dipendenti della struttura che per gli affezionati iscritti.
Centro sportivo di Villa Flaminia: una vera doccia fredda

Il centro sportivo di Villa Flaminia, sito in viale del Vignola 56, era il più grande tra quelli privati a Roma. Il quartiere nel quale si trova è nel cuore della “Roma bene”, frequentata dai figli della città ricca, dai politici e dai professionisti.
Da quanto risulta, le ragioni della chiusura sono da imputare alla crisi subita a causa del Covid, con le conseguenti restrizioni e chiusure prolungate, seguita poi dagli aumenti del caro-bollette. La gestione, in una lettera, ha sottolineato i tentativi che sono stati fatti nel cercare un dialogo con i proprietari per scongiurare la chiusura, purtroppo andati a vuoto.
Adesso, oltre al contenzioso con i proprietari, i gestori dovranno affrontare diverse questioni. Intanto, le migliaia di richieste di rimborso da parte dei soci. In seconda battuta, il destino dei ragazzi del paritario di viale del Vignola, che non potranno più fare lo sport previsto dal programma formativo.
Rino Fabiano, assessore all’ambiente e allo sport del II municipio, ha commentato la chiusura di Villa Flaminia definendola come un evento nefasto, ricordando l’eccellenza del centro sportivo.
Giulia Guglielmetti
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