Sindaco Roma, prima sfida tra i quattro candidati. Enrico Michetti lascia il confronto

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È iniziato con sorrisi, saluti con il gomito e foto di rito; è proseguito tra risatine e frecciatine; è finito con «Carlo non essere cerchiobottista» di Gualtieri a Calenda e soprattutto con l’inattesa defezione di Michetti: «Basta, io vado via, Roma non merita la rissa». Al quale ha replicato Raggi: «Chi va via da un confronto perde sempre». Non era certo un incontro tra amici quello che si è tenuto ieri alla Casa dell’Architettura, ma il primo confronto pubblico tra i quattro candidati sindaco: Virginia Raggi (M5s), Roberto Gualtieri (centrosinistra), Carlo Calenda (Azione) ed Enrico Michetti (centrodestra).

Il confronto si era aperto con la domanda sulla situazione attuale del comune di Roma. A parlare per prima Virginia Raggi:

“Roma è una Ferrari che abbiamo ricostruito e ora può correre, portandosi verso le tre grandi partite del PNRR, dell’Expo e del Giubileo. Oggi paghiamo le imprese a 11 giorni, abbiamo puntato su progetti a zero consumo di suolo, su rigenerazione e qualità. L’urbanistica romana è sempre molto “spontanea” per così dire, la nostra azione si dovrà integrare con il PNRR, lavoreremo progettando il futuro e tenendo d’occhio il lavoro sul presente”.

Calenda: “In Ferrari ho lavorato e al massimo Roma è una 348, quelle esposte senza motore. Non si può pensare al futuro se mancano i servizi di base: diminuisce l’offerta di TPL, non c’è un km di metro progettato, la manutenzione è quella che è. Dobbiamo pensare alle nostre eccellenze: la cultura lo è ma è difficilmente fruibile, invece il grande turismo ogni anno torna a Parigi o a Berlino perché c’è qualcosa di nuovo. La medicina è un eccellenza, così dobbiamo portare a Roma il centro di controllo del data mining sanitario. Mancano ITS per formare tecnici di alto livello su cyber e agrifood”

Gualtieri: “La descrizione di una città che funziona non corrisponde alla realtà. I bandi sono scritti male, i soldi vengono persi per l’assenza di progetti, Roma Metropolitane è in liquidazione e l’incapacità di progettare è talmente evidente che non serve parlarne. Noi puntiamo alla città dei 15 minuti, proporremo cento progetti da mettere a concorso di progettazione per rigenerare spazi comuni della città. Promuoveremo reti e collaborazioni con i professionisti”.

Michetti: “Roma è un sogno, è storicamente il vertice della cultura del cittadino. Tutto è costruito intorno al cittadino romano, i romani non avrebbero mai costruito le piramidi ma solo opere funzionali e utili. Serve dunque uno stop ad uno stile di amministrazione che è ostativo, serve smontare regolamenti e norme sovrabbondanti. Serve creare opportunità di lavoro nelle pculiarità della nostra città: lo sport, la cultura, l’arte, la PA, il cuore della cristianità. Serve riportare la città alla normalità”. 

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