A Roma i cimiteri sono in affanno con depositi pieni. Troppe sono infatti le salme in attesa di cremazione. L’aumento dei decessi (per colpa soprattutto dell’arrivo del Coronavirus) nell’ultimo anno nella Capitale, che ne ha registrati 33.838 (il 10% in più rispetto al 2019) non ha fatto altro che peggiorare la situazione e rallentare ulteriormente i tempi.
L’intervento di Ama
La tragica realtà dei cimiteri capitolini ha costretto Ama a noleggiare alcuni container per conservare le salme in attesa di cremazione, anche se questo, a detta dei lavoratori del comparto funebre, ancora non basta. “La domanda di cremazioni non riesce ad essere esaudita dall’Ama a causa della mancata manutenzione dei forni e per la carenza di personale. Questo comporta depositi pieni di cadaveri, con le salme in attesa della cremazione, quindi non contenute in contenitori di zinco, in piena decomposizione e con perdita di liquami” spiegano i rappresentanti della Federcofit (Federazione Comparto Funebre) in Commissione Capitolina.
Tempi lunghissimi a Roma per la cremazione
“I tempi per una cremazione a Roma vanno dai 30 ai 40 giorni, a fronte delle 48 ore necessarie a Milano. E questo comporta la necessità di utilizzare forni fuori Roma. Anche i tempi burocratici per autorizzare la cremazione sono troppo lunghi”. Gli operatori chiedono di abbattere la burocrazia e velocizzare i processi di cremazione per poter rispondere al meglio alle esigenze delle famiglie che hanno perso un caro e lavorare in condizioni meno estreme.
La replica del Presidente di Ama
Ha replicato il Presidente di Ama, Stefano Zaghis, riportando l’incremento dei decessi a Roma: “La pandemia sta compiendo un autentico disastro. Fino a settembre la situazione era normale, seppur con un numero di morti superiore. A giugno abbiamo avviato la manutenzione straordinaria dei forni. Ma poi e’ arrivato un aumento record dei decessi con un +40% a ottobre, un +60% a novembre e il +45% di dicembre. Ama ha messo in campo una serie di attività per affrontare la situazione, aumentando, ad esempio, il numero di ore di lavoro dei crematori. Nel corso del 2020 abbiamo fatto, nonostante la manutenzione di giugno, più cremazioni del 2019, con 15.542 unità, ed abbiamo anche aumentato le inumazioni e le tumulazioni.”
Conclude Zaghis: “A differenza di Milano che nello stesso periodo ha chiuso il crematorio di Lambrate con un’ordinanza del sindaco, non lo abbiamo fatto. Viaggiamo ad un ritmo di 200 cremazioni a settimana e dal 30 dicembre, con una memoria di giunta, l’amministarzione ha tolto la tassa di 250 euro per cremare fuori dal territorio comunale le persone decedute nel Comune di Roma. Abbiamo anche in corso un piano assunzionale che prevede ingressi anche nel personale dei cimiteri. Nei prosismi 90 giorni svolgeremo le attività di selezione e poi di assunzione. Ritengo che entro aprile o maggio avremo i nuovi assunti abili e arruolati”.“
Quello della pandemia potrebbe essere un alibi
Ha dichiarato Natale Di Cola, segretario della Cgil Roma e Lazio. “Quella della pandemia è una scusa. L’Amministrazione Raggi si è nascosta dietro al problema dell’aumento della mortalità per il covid ma in realtà si tratta di un problema strutturale. Questo lo sappiamo perchè ce lo hanno spiegato i lavoratori. Già a giugno avevamo notato che nei calcoli dell’Ama la capacità ricettiva degli impianti di cremazione non avrebbe potuto far fronte alle richieste per il 2020, 2021 e 2022, senza interventi correttivi. Servono nuove linee crematorie. Inoltre denunciamo anche problematiche sulle enumazioni”.
Sui cimiteri il Comune è in ritardo di tre anni
Il Comune ha stanziato 2,7 milioni, una parte dei quali serviranno per tre nuovi forni crematori del Cimitero Flaminio. Sui cimiteri il Campidoglio è però in ritardo di almeno tre anni. Già nel 2017 una memoria di giunta, analizzando i dati della mortalità a Roma e la capacità del sistema annunciava la necessità di predisporre un piano di implementazione degli impianti crematori. Anche i cimiteri più piccoli sono colpiti da questa grave problematica, come i suburbani id Cesano e Isola Farnarese.
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