È la finale di Europa League 2022/23: Siviglia-Roma sarà l’ultimo atto della seconda coppa europea in programma a Budapest. Una partita che porterà i tifosi giallorossi a incontrare, nuovamente, due ex passati per Trigoria: uno è ancora amato, l’altro è il nemico numero uno al quale regalare un dispiacere enorme.
In palio non ci sarà soltanto la coppa e la qualificazione alla prossima Champions League e alla gara che assegnerà la Supercoppa Europea. Nei piatti della bilancia sarà posto, anche, il rancore sportivo che la tifoseria romanista nutre nei confronti di Monchi, dirigente spagnolo tornato al Siviglia dopo aver sbagliato l’impossibile in quel di Trigoria. Sarà invece accolto con assoluto affetto Erik Lamela, calciatore che fece innamorare il pubblico giallorosso durante la sua avventura romana.
Siviglia-Roma: quanta voglia di battere Monchi e di riabbracciare Lamela

Uno degli ex più attesi, in campo, è certamente Erik Lamela: il calciatore argentino è diventato grande, affacciandosi al calcio europeo, proprio nella prima Roma americana guidata da Walter Sabatini che lo acquistò a peso d’oro dal River Plate per 17 milioni di euro. Un periodo felice per il Coco che mostrò tutto il suo talento, in quegli anni capitolini, nonostante le brutte prestazioni dei giallorossi. A Budapest sarà “costretto” ad affrontare il suo passato, con una mano sul cuore e una sullo stemma della sua attuale società:
“Sarà una partita speciale. A Roma ho lasciato diversi amici, ho parlato con loro prima della partita di ritorno con la Juventus e ci siamo dati appuntamento in finale. E così sarà. Sono felicissimo per il passaggio della Roma e mi aspetto una bella partita. Loro sono forti, ma noi vogliamo assolutamente alzare la coppa dell’Europa League”.
Chi ha lasciato macerie di bilancio e un pessimo ricordo, prima di fuggire dalla Capitale, è certamente Monchi, tornato in Andalusia dopo la breve parentesi a Roma. Il direttore sportivo degli spagnoli è l’ex inviso alla tifoseria romanista, nonostante le sue ultime dichiarazioni: “Roma mi manca tanto, vorrei incontrarli in finale”. Vincere l’Europa League ai danni del Siviglia avrebbe, quindi, un gusto ancor più dolce: battere il dirigente spagnolo, arrivato con le stigmate di Re Mida e andato via con la damnatio memoriae sulle spalle, chiuderebbe un cerchio mai del tutto archiviato. Un appuntamento con il destino da non fallire, per tanti motivi.
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