Natale “nero” per i dipendenti della Stazione di Roma Termini: è polemica

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Si chiudono le serrande, vige il silenzio e per cento lavoratori questo Natale sarà “nero”: il grido di aiuto deriva dai dipendenti dei locali commerciali della Stazione di Roma Termini, completamente dimenticati dalle istituzioni

Locali commerciali della Stazione di Roma Termini costretti a chiudere: il grido d’aiuto dei dipendenti ai quali spetterà un triste Natale

Si abbassano le serrande per i locali commerciali della Stazione di Roma Termini. La riconsegna a Grandi Stazioni, la società che gestisce le maggiori stazioni italiane è arrivata ben presto per numerose attività della galleria centrale.

Addio al ristorante Gusto, Bar Centrale Moka, Mr. Panino e Rossosapore e Chef Express. Anche i 90 dipendenti del Mc Donald’s sono stati messi in cassa integrazione a zero ore.

A far sentire la propria voce è Enzo Pascale del sindacato Uiltucs che afferma “Come sindacato abbiamo chiesto la loro immediata ricollocazione negli altri ristoranti almeno con Fondo di integrazione salariale parziale, affinché non paghino più dei loro colleghi questa situazione di assoluta incertezza”. Una crisi aggravata dall’emergenza sanitaria e dall’assenza di turisti in città. Il 15 Dicembre si terrà l’incontro tra i sindacati e Mc Donald’s, mentre in settimana approderà la vertenza di Roma Termini in Regione Lazio.

Ma gli altri dipendenti?

Ad aspettarli vi è un Natale “nero” alle porte che si propone senza alcuna soluzione per i lavoratori delle altre attività locali della stazione romana.

“Per i lavoratori di Chef Express con l’azienda siamo distanti anni luce dall’arrivare ad una soluzione che possa garantirli tutti” – ammette Pascale. 

Il grido di protesta e aiuto arriva dalle serrande chiuse dei locali dove sono stati affissi dei cartelli lasciati dai lavoratori. “Licenziati da un capo di abbigliamento” è lo striscione della Flaica rivolto a Grandi Stazioni che sostituirà i locali di food con marchi di moda.

Il progetto di riqualificazione che ha colpito il Comune di Roma nelle commissioni competenti è arrivato, ma manca il voto dell’Assemblea Capitolina e la clausola sociale riguardante la salvaguardia dei posti di lavoro.

Tra i cartelli, spiccano poi quelli rivolti alla Sindaca di Roma, Virginia Raggi, alla quale, numerosi dipendenti rivolgono appelli: “Raggi, tante promesse: 100 famiglie abbandonate” oppure “Raggi non renderti complice”.

A esprimersi in merito è anche Cristina Silvestri della Fisascat-Cisl: “Purtroppo ad oggi le istituzioni sono state assenti e sorde, nonostante la promessa di trovare una clausola sociale nessuno ha fatto nulla. Sarebbe bastato prorogare la chiusura dei locali per scongiurare la situazione di oggi“.

E anche Giancarlo Desiderati, segretario provinciale della Flaica, si pronuncia in merito alla scelta di Grandi Stazioni: “Abbiamo sentito tutti i livelli istituzionali, ma nessuno di essi è intervenuto per evitare o rimandare i licenziamenti: il MiSE interviene solo a crisi aperta, Ministero dei Trasporti non pervenuto, Regione non competente, il Comune di Roma che temporeggia sul progetto di riqualificazione urbanistica sull’area di cui nulla sappiamo. Intanto Grandi Stazioni Retail tira dritto da soggetto privato (nato coi soldi pubblici) e addossa alla collettività la sua operazione di maquillage senza che nessuno obietti in alcun modo“.

Serafina Di Lascio

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