A difesa del ricorso delle strisce blu, l’assessore capitolino Patanè: “Non è uno strumento per fare cassa“.
La questione delle strisce blu nella Capitale
Negli anni, molti sono stati gli escamotage messi in atto dal comune per incentivare l’uso dei mezzi pubblici. Tra questi, le strisce blu, uno strumento efficace che ha portato molti romani a lasciare la macchina a casa.
A sostenere il ricorso alla sosta tariffata l’assessore alla mobilità Eugenio Patanè, come riporta il Romatoday.“Voglio spezzare una lancia verso questo strumento di regolazione, la sosta tariffata, inserita agli inizia degli Anni 90 nella nostra città. Non è uno strumento per fare cassa perché, le strisce blu, hanno tre funzioni: ordinano la sosta su strada, garantiscono la rotazione delle autovetture, ed agiscono da disincentivo al traffico privato”.
Patanè ribadisce l’importanza della presenza di questo strumento senza il quale si è visto “un decremento sensibile della bigliettazione del trasporto pubblico”. I numeri non mentono e per riuscire a favorire una mobilità sostenibile, si punta proprio ad un rilancio dello stesso. L’obbiettivo attuale è riuscire ad ottenere un equilibrio tra l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici e quelli privati. L’assessore non punta a fare cassa ma a scoraggiare il parcheggio di lunga durata.
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