Tassisti derubati dall’amministratore di una cooperativa di taxi ed Ncc a Roma. L’uomo è stato arrestato dalla Guardia di Finanza per condotte estorsive. Circa 1000 lavoratori danneggiati.
Tassisti derubati: le continue estorsioni del loro principale
Tassisti derubati dal loro stesso amministratore, il quale estorceva loro denaro mensilmente sottraendolo dai contribuiti, dai buoni pasto e dall’affitto del mezzo. Il lockdown non lo ha fermato, difatti “spillava” soldi direttamente dalla cassa integrativa dei propri autisti. Gesto che ha fatto reagire uno dei tanti tassisti, che stanco delle continue estorsioni, ha denunciato il metodo bislacco dell’amministratore romano. Prontamente partite le indagini della Guardia di Finanza di Roma, che dopo circa 50 testimonianze degli autisti, ha arrestato il 50enne, proprietario di ben 21 cooperative di trasporti. L’accusa a cui dovrà rispondere è l’estorsione reiterata ai danni di numerose persone offese, soprattutto dei propri dipendenti.
Il metodo criminale dell’amministratore: ricatti e minacce di licenziamento ai tassisti
Le indagini del 6° Nucleo Operativo Metropolitano hanno messo in luce il “metodo criminale” dell’amministratore romano, fatto di regole economiche estremamente vessatorie e minacce di licenziamento, da cui gli autisti non avevano scampo. Approfittando dello stato di bisogno dei tassisti, l’indagato ricattava le vittime minacciandole di privarle delle vetture o del permesso Ztl, costringendo i lavoratori a sottostare alle sue regole in una condizione di assoluto sfruttamento.
Estorsioni ai danni degli autisti: dalle quote mensili da versare ai fondi della casa integrazione
Dal luglio 2018 fino ad oggi, i tassisti sono stato obbligati a versare ingenti somme di denaro, delle buste paga “di comodo” con indicazioni false sugli introiti conseguiti. Il 50enne romano incassava il denaro dei contributi delle buste paga dei lavoratori e a questo si aggiungeva la tassa mensile di 50 euro da versare alla cooperativa come quota associativa. Tasse mensili che gravavano sui buoni pasto, di fatto pagati dai lavoratori. All’ammontare di queste, si sommava anche l’affitto mensile sull’auto di servizio, che andava dai 200 ai 1000 euro. L’amministratore romano non si è fermato nemmeno durante il periodo pandemico. Difatti, l’indagato pretendeva di ricevere comunque il denaro delle quote mensili dai propri lavoratori, nonostante la società fosse in cassa integrativa e lui non avesse provveduto a distribuirla. Secondo le indagini della Guardia di Finanze, le cooperative sono state poste in liquidazione dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ha nominato dei commissari liquidatori.
L’amministratore dovrà rispondere di estorsione reiterata agli autisti
L’amministratore romano dovrà restare agli arresti domiciliari, questa è la misura cautelare emessa dalla Sezione del Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale per il reato di estorsione reiterata ai danni di numerose persone offese, in particolare di dipendenti tassisti-autisti.
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