Termovalorizzatore Roma: la frattura interna al M5S

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Lo scontro sul termovalorizzatore di Roma non sembra fermarsi qui. Dopo la resistenza del consiglio comunale di Pomezia, la proposta di un referendum dei radicali ed il sì del Commissario europeo per il clima e il Green Deal Frans Timmermans, la frattura sulla questione è tutta interna al M5S.

Termovalorizzatore Roma: gli scontri nel M5S sull’emendamento

La realizzazione del termovalorizzatore per lo smaltimento dei rifiuti è un progetto osteggiato da molti; ma se prima il maggior ostacolo era rappresentato dai comuni delle località in cui l’inceneritore dovrebbe essere costruito, adesso lo scontro è tornato sul fronte interno. Nelle prossime settimane verrà infatti presentato in Parlamento un emendamento per la modifica del decreto aiuti, grazie al quale il sindaco della capitale Roberto Gualtieri sarà in grado di muoversi un autonomia per quanto riguarda l’argomento rifiuti. L’iter dell’emendamento, però, non sarà dei più lineari: dopo essere passato al consiglio dei ministri a maggio, ora dovrà essere convertito alle camere, dove incontrerà la resistenza dello stesso Movimento 5 stelle. Da una prima bozza si evince già l’intenzione di limitare le azioni – ed intenzioni – di Gualtieri agli impianti previsti dalle normative nazionali ed europee, le quali stabiliscono una gerarchia delle tecnologie da adottare per lo smaltimento dei rifiuti e condannano l’utilizzo di inceneritori. Ma la lite va oltre, fino al piano rifiuti regionale: conferire poteri del genere a Gualtieri, che sono di competenza delle Regioni, significherebbe permettergli di lavorare ad un piano rifiuti autonomo che riguarderebbe unicamente il territorio della capitale, ignorando la regione. Il piano dei rifiuti regionale, che non prevede la realizzazione di termovalorizzatori di qualunque tipo, è una questione delicata ed andrebbe modificato se assunto come punto di riferimento normativo: un qualcosa che gli stessi esponenti del M5S in regione vogliono evitare, per non mettere a repentaglio la loro alleanza con il Partito Democratico.

Le posizioni sulla questione sono opposte. Da un lato vi è, per esempio, l’assessora Roberta Lombardi – che da tempo è diventata il volto del dialogo con Gualtieri – che propone soluzioni tecnologiche alternative per il trattamento dei rifiuti a fine ciclo ed un incremento della raccolta differenziata che superi il 65% annunciato dal sindaco. Dall’altro vi sono personalità come l’ex sindaca Virginia Raggi, che in un lungo post sul suo Facebook ha scritto: «Io mi rifiuto di accettare che nel Lazio vogliano realizzare un inceneritore, una tecnologia vecchia di 20 anni, proprio mentre in Europa stanno abbandonando questa strada. Significa andare contro il progresso scientifico». Ne andrebbe, ovviamente, della sopravvivenza dell’alleanza con i Dem: un qualcosa che la Raggi non ha mai visto di buon occhio.  

Maria Claudia Merenda

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