È stata una difficile battaglia legale, ma alla fine il Tar del Lazio ha accolto il ricorso dei privati, rendendo così possibile effettuare test molecolari anche nelle strutture non appartenenti alla rete sanitaria pubblica. I primi a opporsi all’esclusività del servizio sono stati Artemisia Lab e Altamedica, due studi della Capitale molto affermati. La rivendicazione riguardava i test molecolari, un tipo di esame più accurato in grado di verificare con maggiore esattezza la presenza del virus e fino a ora autorizzato soltanto presso le Asl e altre strutture del padiglione pubblico comprese nella rete Coronet. L’ordinanza della Regione Lazio che sanciva questa esclusività era stata sospesa dapprima in sede monocratica, poi collegiale.
Test molecolari: le motivazioni dei ricorrenti
“Il divieto per le strutture sanitarie private di eseguire test molecolari – spiegano i legali che rappresentano le strutture private che hanno presentato ricorso – Contrasta con l’intero impianto del sistema sanitario che è invece fondato sul principio cardine del diritto alla salute declinato mediante la libertà di scelta delle cure e del soggetto che le presta“. Secondo quanto fatto osservare dai rappresentanti dei laboratori privati, infatti, le nuove disposizioni governative non escludono la possibilità di svolgere test in strutture private e si limitano ad esortare i padiglioni pubblici a costituire piani di coordinamento delle attività diagnostiche attraverso raccordi tra i laboratori esistenti. “Non vale nemmeno l’invocazione della presunta penuria di reagenti necessari per l’esecuzione dei test molecolari – continuano i legali – Le aziende produttrici dei kit diagnostici si sono moltiplicate a livello mondiale assicurando rifornimenti senza limite“.
Continua a seguirci su Roma Metropolitan Magazine.