Quattro trapper sono stati arrestati lo scorso 4 novembre a Roma e sono ora ai domiciliari per aver aggredito prima un bengalese e poi un ragazzo di una band rivale. Gli episodi sono stati filmati e pubblicati su YouTube dagli stessi autori dei pestaggi. I trapper in questione, secondo quanto riportato, avrebbero organizzato tutto, con l’intenzione di montare i video per aumentare la loro fama sui social network.
Un fenomeno di violenza diffuso sul web
“Il filmino è una messa in scena concordata. Abbiamo incontrato l’uomo, probabilmente era bengalese, gli abbiamo offerto del denaro per far finta di picchiarlo. All’inizio lo sconosciuto si è opposto, poi gli abbiamo fatto vedere i soldi, abbiamo tratto per qualche minuto e infine abbiamo chiuso l’accordo dandogli trenta euro. Quello che si vede nel video è tutto finto. Forse si sarà fatto qualche graffio, roba di poco conto, non gli abbiamo di sicuro fatto male. È un malinteso“. Sono queste le parole di Alex Refice, detto Sayanbull, e Manuel Parrini, i due trapper arrestati lo scorso 4 novembre perché accusati di due pestaggi.
Per quanto riguarda invece il pestaggio alla band rivale, i due dicono: “Qualche schiaffo volato” senza “Far male a nessuno“. L’oggetto della contesa sarebbero stati alcuni vestiti prestati e non restituiti. Parole che, secondo l’accusa, non giustificano l’episodio di violenza di cui i trapper sono responsabili. Le immagini infatti pubblicate sui social network sono decisamente crude. Le vittime sono state infatti sequestrate per più di un’ora e le vittime lasciate in ginocchio totalmente insanguinate, davanti ai loro aggressori. E così il Gip ha deciso di lasciare Manuel Parrini, Tiziano Barilotti, Omar Lunga Nguale e Alex Refice agli arresti domiciliari. Sono indagati per sequestro di persona, violenza privata, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.
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