Ultimatum emergenza rifiuti a Roma: un mese per evitare il caos

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Il 30 giugno l’Emilia Romagna smetterà di smaltire i rifiuti provenienti dalla capitale. L’emergenza rifiuti a Roma è già evdiente. Diffida della Regione dopo la bocciatura al Tar dell’ordinanza

Emergenza rifiuti a Roma: l’ultimatum per evitare il caos

Il ritorno graduale alla normalità porta con sé le vecchie abitudini. La spazzatura invade le strade della città. L’emergenza rifiuti a Roma è la minaccia da combattere entro il mese di luglio. Con la chiusura dell’impianto Tmb Salario, a causa dell’incendio del 2018, la capitale marcia in ritardo rispetto alla tabella dello smaltimento rifiuti.

Gli unici accordi presi da quella data ad oggi, sono stati per trasportare i rifiuti fuori dai confini comunali. Toscana, Abruzzo ed Emilia-Romagna le destinazioni della spazzatura prodotta dai romani. Ma a parte questo, non è mai più stato adottato un piano che regolasse il decongestionamento dell’immondizia.

Gli accordi oramai stanno scadendo ed entro fine mese è necessaria una soluzione. Certamente il duro scontro tra il Campidoglio e la Regione non aiuta a trovare il bandolo della matassa. Se poi si aggiunge l’ultimatum dell’Emilia Romagna, non più disposta ad accogliere le 200 tonnellate di rifiuti giornaliere, allora la questione si fa allarmante.

Secondo quanto riportato anche dal Corriere della Sera, la regione più a settentrione, smetterà di ricevere il pattume il 30 luglio. Decisione che arriva nonostante la tariffa di 177 euro per tonnellata (il doppio di quanto costerebbe smaltire nel Lazio).

“Cercasi Soluzione” sarebbe un altro titolo. Soluzione, alternativa, che se non trovata creerebbe danni all’intero ecosistema cittadino. L’aspetto più evidente sarebbero le diverse cordigliere andine di rifiuti per tutta Roma.

Entro un mese però, fa sapere il Comune, sarà probabilmente acquistato un Tbm già in funzione. Allo stesso tempo Ama è impegnata nell’acquisizione di un terreno. L’operazione, volta alla realizzazione di un tritovagliatore, richiederà però tempi lunghi.

A salire però agli onori della cronaca, nonché motivo di scontro Campidoglio-Regione. è l’individuazione di una discarica di servizio all’interno dei confini di Roma. Dopo che il Tar ha emesso la sentenza che boccia l’ordinanza imposta dal governatore Zingaretti, la Regione si è giocata la “carta diffida”.

Entro 60 giorni il comune dovrà presentare un piano, alla mancanza del quale verrà designato dalla Regione un commissario che avrà poteri sulla questione

Lorenzo Montemauri

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