Situazione molto complicata nella strutture ospedaliere di Roma. Dopo aver certificato un focolaio di Coronavirus tra i membri del pronto soccorso, adesso il pronto soccorso Umberto I è stato costretto a chiudere il reparto oncologico sospendendo i cicli chemioterapici per ben cinquanta pazienti. È scattata, quindi, l’allerta nel reparto Oncologia. Uno degli infermieri è infatti risultato positivo e per tutti gli altri colleghi è stato disposto l’isolamento fiduciario che terminerà soltanto oggi. Intanto, per diminuire la pressione, i malati Covid-19 meno gravi saranno curati a casa: questa è l’idea degli ospedali romani.
La situazione all’Umberto I e negli altri ospedali
Le problematiche che vive l’Umberto I, ovviamente, riguardano anche altre strutture ospedaliere della Capitale: dal Grassi al San Camillo fino ad arrivare al Sandro Pertini. Gli ospedali, tralasciando gli sbarramenti dei reparti per l’attivazione dei focolai, sono stati costretti a chiudere diversi reparti, accorpandoli ad altri a volte, per creare posti letto da dedicare ai malati Covid. Nonostante questo, l’affluenza di pazienti attaccati dal Coronavirus è risultata maggiore degli sforzi fatti per dedicare nuovi letti.
Per evitare una pressione aggiuntiva, e troppo pesante, gli ospedali, coordinati dalla Regione Lazio e dallo Spallanzani, hanno attivato il progetto “10X10” di teleassistenza domiciliare. Se l’ossigenazione del sangue precipita, l’alert arriva con l’app sullo smartphone del medico di base che, in diretta, monitora i sei parametri vitali del paziente attaccato dal Coronavirus, contatta prima il malato poi gli specialisti dello Spallanzani che decideranno se sia il caso o meno di ricoverare il paziente. Tutto questo, ovviamente, per rendere la pressione ospedaliera meno critica.
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