Arriva una novità molto importante per il Lazio e le sue università. Sono infatti pronti 5 nuovi centri antiviolenza, tutti dentro strutture universitarie laziali. Si tratta di una mossa apprezzabile e dal grande significato, fondamentale per coltivare la lotta alla violenza in un terreno fertile come quello delle università. Per la precisione, saranno coinvolte l’Università La Sapienza, l’Università della Tuscia, Tor Vergata, Roma Tre e l’Università di Cassino.
Tutti i dettagli sui nuovi centri antiviolenza nelle università del Lazio
Nicola Zingaretti presenta così il progetto: “Nel Lazio ci sono già 28 centri antiviolenza a cui si aggiungono 12 case-rifugio, ma l’apertura di centri antiviolenza dentro le università della Regione è una novità assoluta di fondamentale importanza. Aumentiamo gli spazi fisici in cui tutte le donne, anche le più giovani, possono andare per iniziare percorsi di uscita dalla violenza. Lo facciamo nei luoghi della cultura, dell’educazione e della crescita, nei posti dove si apprende, con l’idea di promuovere la libertà, l’autonomia e l’autodeterminazione e di porre una ferma opposizione di fronte a costrizioni, comportamenti violenti e coercitivi”.
La giunta regionale ha approvato il bando da 335mila euro per la formazione di questi centri. Sarà attivo entro fine febbraio. Come specificato dallo stesso Zingaretti, saranno gli unici centri nel Lazio a sorgere direttamente nel contesto degli atenei.
In ordine cronologico il primo centro antiviolenza a sorgere sarà proprio quello della Sapienza, in via dei Sardi 55 a San Lorenzo. Lo seguirà a ruota il centro dell’Università della Tuscia, a Viterbo, in via Santa Maria in Gradi 4.
Anche Marta Bonafoni, consigliera della Civica Zingaretti, commenta questa importantissima novità. “L’apertura di cinque nuovi centri antiviolenza negli atenei del Lazio, approvata in una delibera di giunta con una dotazione finanziaria di 335mila euro rappresenta un’ottima notizia per la nostra regione, ancora una volta all’avanguardia nella messa a punto di una rete antiviolenza diffusa e capillare che va dal primo aiuto alle donne che vivono situazioni di violenza al loro accompagnamento verso una vita autonoma e libera. Significa anche andare incontro alle richieste delle studentesse che in questi anni hanno garantito vicinanza e supporto concreto a ragazze e giovani donne incappate in relazioni con uomini maltrattanti o vittime di molestie e abusi”.