Usura, estorsione, compravendita di armi e spaccio ai Castelli Romani

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Usura, estorsione, abusiva attività finanziaria, compravendita di armi e spaccio di sostanze stupefacenti. Questi i reati contestati all’interno di un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Velletri, su richiesta della locale Procura della Repubblica, che dispone la custodia cautelare in carcere, nei confronti di otto persone, notificata questa mattina dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati, che hanno condotto le indagini. Le risultanze investigative hanno evidenziato l’esistenza di “un vero e proprio sodalizio criminale tra i vari indagati che si aiutano a vicenda per superare ogni possibile problematica pur di raggiungere il loro intento illecito”. Alle persone arrestate si aggiungono ulteriori 8 soggetti denunciati a piede libero per i medesimi reati.

Usura ed estorsione ai Castelli Romani: il modus operandi della sodalizio criminale

Quattro le vittime accertate di estorsione ed usura, persone in difficoltà economica che si erano rivolte a un personaggio con precedenti dell’area dei Castelli Romani per ottenere un prestito di denaro. Da lì un’escalation di minacce ed intimidazioni, che hanno comportato uno stato di forte agitazione e timore. Lo schema era sempre lo stesso e consolidato, il prestito erogato dallo strozzino, attualmente detenuto in regime di arresti domiciliari per reati della stessa specie commessi in passato, mentre il recupero crediti era affidato ad un noto delinquente del luogo, già colpito da misura cautelare per reati analoghi poco più di un anno fa. Le indagini hanno evidenziato come lo stesso, utilizzando spesso termini allusivi, minacciava pesanti ritorsioni nei confronti delle vittime e dei loro familiari, tanto da indurli a non denunciare ai Carabinieri quanto stavano subendo. Talmente forte era la loro soggezione nei confronti dei due indagati, che quasi tutti hanno negato davanti ai Carabinieri di aver contratto un debito con loro.

Compravendita di armi e spaccio di droga tra le attività

Nel corso dell’indagine è emerso anche un gruppo criminale dedito alla compravendita di armi e droga del tipo cocaina, facente capo ad un noto pregiudicato residente nel Comune di Frascati. Prima dell’arresto odierno, l’uomo nei mesi precedenti si era reso irreperibile ad un ordine di carcerazione emesso per svariati reati commessi in passato, nascondendosi presso l’abitazione di un conoscente nel Comune di Grottaferrata, venendo successivamente rintracciato ed arrestato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati nel mese di maggio. Nel corso del tempo aveva costituito un sodalizio criminale attribuendo ad ognuno di loro un compito specifico. Per raggiungere i suoi intenti criminali l’uomo si è servito di soggetti incensurati, arrestati nel corso dell’indagine, ai quali aveva assegnato rispettivamente il compito di custodire e di trasportare le armi e gli stupefacenti.

Durante l’indagine, oltre allo stupefacente, sono state recuperate 4 pistole, che da successivi approfondimenti sono risultate essere il provento di vari furti in abitazione avvenuti in varie parti d’Italia. Inoltre è stato possibile anche ricostruire il principale canale di rifornimento della banda, un cittadino romano con svariati precedenti, che ha mostrato la capacità di poter muovere ingenti quantitativi di stupefacenti. La caratura criminale del fornitore è stata riscontrata quando, mentre le indagini erano ancora in corso, è stato arrestato nella zona di Ponte Galeria a Roma, insieme ad altri soggetti di origine campana.

190 chili di droga e 9 armi da fuoco

In quell’occasione sono stati recuperati 190 kg di sostanza stupefacente e 9 armi da fuoco di vario tipo. Una volta ricostruito il canale di approvvigionamento del sodalizio, è stato possibile individuare le piazze di spaccio che immettevano sul mercato la droga “intermediata” dai soggetti arrestati questa mattina. Le due principali si trovano rispettivamente nell’area delle palazzine popolari di via Andersen a Roma e nel Comune di Villalba di Guidonia, entrambe gestite da soggetti di origine calabrese. Il volume di affari stimato nel corso dell’indagine è di migliaia di euro settimanali, garantito dai continui rifornimenti che il gruppo investigato garantiva alle piazze di spaccio, che potevano in tal modo rivendere la droga al dettaglio.

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