Vaccino AstraZeneca, a Roma 50mila richiami a rischio: è caos

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Il vaccino AstraZeneca al centro del caos sanitario internazionale che, ovviamente, non ha risparmiato nemmeno l’Italia e la sua Capitale. Con lo stop preventivo al siero dell’azienda biofarmaceutica anglo-svedese, il piano vaccinale previsto (che già correva a rilento, ndr) ha subito un ulteriore e brusco stop. A Roma sono 50mila i richiami a rischio ed è caos sulle prenotazioni. Le ripercussioni temute a seguito della decisione di fermare la somministrazione del vaccino, che dovrebbe arginare definitivamente l’avanzata del Covid-19, non si sono lasciate attendere.

Vaccino AstraZeneca: caos a Roma

Basterebbe un semplice dato a far capire le difficoltà del momento: su circa 7mila vaccinazioni previste, il 30% non ha dato seguito alla vaccinazione. Ne consegue lo stop forzato sia sulle nuove somministrazioni (altre 7mila quelle congelate), sia sulle prenotazioni degli over 70 ai quali era stato permesso l’uso di questo vaccino che dovranno riversarsi sui sieri di Pfizer o Moderna. Ampliando, naturalmente, la coda di vaccinazione ed i tempi della somministrazione. L’immunità di gregge, con queste ultime notizie, sembra davvero essere un miraggio lontanissimo.

Chi ha ricevuto la prima dose quale destino avrà? D’Amato: “Aspettiamo una definizione dall’Aifa”

La domanda, per tanti romani, è lecita e mette apprensione: chi ha ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca e non ha riscontrato problemi, a quale destino andrà incontro? Dopo il primo step di febbraio, sarà richiamato dalla Regione Lazio per la seconda ed ultima dose? Ancora non è dato sapere. Una situazione è certa e getta ombre sulla vicenda: l’Amministrazione regionale, come riporta Il Messaggero, ha chiuso tutti i 35 hub dedicati al siero anglo-svedese. Non proprio una buona notizia per chi attende il richiamo.

Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio, attende la definizione della situazione sottolineando il danno che si è generato dopo lo stop del vaccino AstraZeneca: “Auspichiamo una rapida ed inequivocabile definizione da parte di Aifa, altrimenti questo potrebbe rappresentare un danno enorme ed irrecuperabile alla campagna vaccinale in corso, poiché il vaccino AstraZeneca è quello maggiormente opzionato in base agli accordi preliminari sottoscritti dalla Commissione europea“.

Fino allo stop imposto dall’Aifa, nel Lazio questo vaccino era stato somministrato a 157.800 persone. Sono le prime dosi erogate a sanitari (medici liberi professionisti), Forze dell’Ordine (polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco) docenti e personale scolastico. Nei frigoriferi delle Asl e degli ospedali della Regione Lazio restano in giacenza più di 42mila sieri che, da oggi, non saranno somministrate mentre è a rischio la consegna da 100mila dosi attesa per fine mese. Un caos che rallenterà certamente una campagna vaccinale che correva già in colpevole rilento.

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