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Marzo 27, 2023, lunedì

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Vaiolo delle scimmie: cinque i casi registrati

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Continua ad allarmare l’aumento dei casi registrati di pazienti che hanno riportato sintomi di vaiolo delle scimmie. Ad oggi in Italia i casi sono saliti a cinque, uno dei quali risale al 24 maggio 2022.

Vaiolo delle scimmie: le dichiarazioni della comunità scientifica

Come ha dichiarato l’assessore alla sanità del Lazio, Alessio d’Amato, «Salgono a 5 i casi accertati dall’Inmi Spallanzani di vaiolo delle scimmie. 3 sono ricoverati a Roma, 1 ad Arezzo, 1 è seguito a domicilio a Roma. Sono 16 i contatti stretti posti in isolamento. Sono in corso ulteriori accertamenti». E se fino a poche settimane fa si parlava di emergenza medica in relazione esclusiva al COVID-19, oggi preoccupa anche la diffusione del vaiolo, seppur la biologa e divulgatrice scientifica Barbara Gallavoti abbia rassicurato affermando che non si può ancora parlare di emergenza: «Ovviamente si parla di prestare attenzione, perché il vaiolo delle scimmie è un virus ‘nuovo’ ma per noi già conosciuto in precedenza, che si è manifestato in circa un centinaio di casi in diversi Paesi dove normalmente non si trova. Tutto questo produce attenzione da parte delle autorità sanitarie, mentre la nostra attenzione deriva invece dal fatto che si chiama ‘vaiolo’, una parola che evoca paure molto antiche. Però ripeto, questo non è un virus sconosciuto (…). È un nome anche improprio perché in realtà questo virus colpisce le scimmie L’animale che lo ospita all’interno del proprio organismo in qualche modo lo conserva e da questo si ripresenta. Non è chiaro quale sia l’animale, si pensa a dei roditori, forse degli scoiattoli delle foreste equatoriali africane».

La biologa ha poi continuato: «È una situazione completamente diversa (…) Con il Covid l’idea che non ci si dovesse preoccupare derivava purtroppo, come ce ne siamo accorti, in buona parte dal fatto che la comunità scientifica non conosceva l’agente infettivo responsabile, per esempio si era totalmente sottostimata la capacità di trasmettere tra persone asintomatiche. Qui abbiamo a che fare invece con un virus che è ben conosciuto, che può essere anche una variante, ma al momento non c’è nessun motivo per pensare che sia diverso dalle varianti di vaiolo delle scimmie circolate in precedenza», sottolineando inoltre la presenza di vaccini efficaci.

Maria Claudia Merenda

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