Carlo Verdone e Roma un binomio indissolubile, un amore inossidabile, granitico. Roma fa parte di lui, della sua vita ed è madre, cuore e anima del suo essere attore. Compirà domani 70 anni Carlo Verdone e ogni minuto della sua vita e della sua carriera è scandito da quella “benedetta follia” per la sua città, quel cordone ombelicale che non ha mai reciso, anzi. Inizia fin da ragazzino a respirare Roma ad assaporarla, a capirne la grandezza e a quell’età forse ancora non lo sapeva, ma ne avrebbe fatto parte .
Una parte importante che lo ha reso simbolo di questa città, un amore reciproco, un continuo dare avere, da subito, da sempre. Cosi Carlo Verdone da 40 anni ha portato sulla scena la vita che vedeva e viveva in prima persona. Romano fino al midollo ha raccontato i vizi, le manie, la gente, la sua gente. Quella comune come quando interpreta Enzo in “Un sacco bello” che al Tufello aspetta Sergio al “palo della morte“. Un quartiere di periferia dove la sua Roma degli anni 80 era per lui era pura poesia.

Roma nei film di Carlo Verdone
Il trasteverino Carlo Verdone si aggira nel portico di Lungotevere de’ Cenci, sotto la casa di famiglia. Ha scelto di celebrare i luoghi delle sue origini fissandole in una memorabile sequenza di “Bianco, rosso e verdone“. Trastevere, il centro di Roma è per Carlo il posto dove tutto può succedere, perché quei luoghi sono avvolti da un’impalpabile poesia. Il Ghetto, piazza Campitelli, nessun altro luogo è capace di quell’atmosfera in cui si muove Guglielmo, il suo personaggio in “Benedetta follia“. Qui è titolare di un negozio di arredi sacri in Via dei Cestari, a due passi dal Pantheon.
Ma quella che racconta Carlo Verdone è una Roma a 360°, un continuo viaggio spazio-temporale. I suoi personaggi non sono maschere ma trasposizioni fedeli della società che cambia e lui ha saputo cambiare e raccontarla. Così lascia i vicoli di Trastevere, le strade del centro storico, i sampietrini e le fontanelle, i lungotevere attorno a Ponte Sisto, dove è cresciuto e dove ha ambientato i suoi primi lavori. Poi racconta di un nuovo romano in una Roma moderna. Smessi i panni di Enzo bullo di periferia, Carlo veste quelli di Federico Picchioni, in “Sotto una buona stella”. Lui un ricco broker, che vive in Via del Giordano 30. Si tratta di una tranquilla strada, alle spalle la basilica dei Santi Pietro e Paolo, la principale chiesa dell‘Eur, che nel film appare più volte.

Gioia e dolore
Così in “Sotto una buona stella” i luoghi e personaggi si fanno moderni ed eleganti come i grandi saloni marmorei del Palazzo della Civiltà Italiana, dove ha girato la scena di pattinaggio. Ma poi torna alla sua poesia ed ecco una rapida successione di immagini di Roma. Dalla terrazza di una scuola di Via Cavour a uno scorcio degli acquedotti. Poi ancora con una discesa in bicicletta da Porta San Pancrazio e con un’incursione nel Cimitero acattolico accanto alla Piramide, un luogo molto suggestivo.
Tutto questo è Carlo Verdone e seppure Roma a volte lo delude e lo amareggia mostrando quasi indifferente il fianco su i malanni di cui soffre, tra la trascuratezza e la sporcizia, la noncuranza e il degrado, l’amore per la sua città resta unico. Oggi il mondo della cinematografia è pronto a festeggiarlo e Roma a ringraziarlo per essere lui, come pochi “Uno de noi”. Auguri Carlo.
di Loretta Meloni