Procede con perseveranza l’ordinanza di sgombero dei campi Rom dalla città di Roma, firmata lo scorso 4 settembre dall’ancora sindaca Virginia Raggi. Tocca questa volta ai nomadi della Barbuta chiudere baracca e trasferirsi in case comunali, cosicché volga al termine uno tra i più grandi insediamenti della capitale.
Campo Rom a via Appia: le problematiche
Molteplici le ragioni che hanno indotto Vigili Urbani e Polizia Municipale ad effettuare l’operazione di sgombero dei nomadi dalla via Appia, siti al confine tra il comune di Roma e quello di Ciampino, adiacenti all’omonimo aeroporto. Perno dell’iniziativa è stato l’inquinamento ambientale, causato dai roghi di rifiuti tossici che limitavano la visibilità ai piloti, compromettendo il corretto decollo e atterraggio lungo la pista. A seguire, l’indagine contro la malavita vigente all’interno del campo rom.
I propositi dell’ordinanza
Il ripristino e il rinnovamento igienico del luogo insediato sono i cardini della missione della Raggi che, in un noto programma televisivo, ha dichiarato: «Siamo davanti al campo rom della Barbuta, il sesto campo che chiudiamo. Queste sono le cose concrete che facciamo mentre gli altri chiacchierano. Abbiamo avviato percorsi di inclusione per le famiglie che volevano integrarsi. Per alcuni c’è stato un contributo per l’affitto o l’inserimento nelle strutte di cohousing. Non è uno sgombero cruento».
Da ricordare è lo sgombero dell’area F del campo nomadi di Castel Romano, il più grande d’Europa.
Scritto da Simonetta Chiariello
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